Per garantire che un trasformatore funzioni correttamente e rispetti le specifiche operative, vengono eseguite due prove fondamentali: la prova a vuoto e la prova in corto circuito.
Queste prove permettono di valutare le caratteristiche essenziali del trasformatore, come le perdite nel ferro (Pf) e le perdite nel rame (Pj).
Prova a vuoto del trasformatore #
La prova a vuoto prende il nome dal fatto che al secondario non è collegato niente (circuito aperto).
L’amperometro (A) misura la corrente a vuoto I0, il wattmetro (W) la potenza a vuoto P0 e il voltmetro (V) la tensione primaria nominale V1n.
La potenza a vuoto P0 è data da:
da cui si ricava il fattore di potenza a vuoto cosφ0:
La prova a vuoto è molto importante in quanto la potenza a vuoto P0 rappresenta la somma delle perdite nel ferro Pf e delle perdite per effetto Joule al primario Pj1:
Nota Bene: Dato che le perdite per effetto Joule al primario Pj1 sono molto basse, si può dire che approssimando che la P0 rappresenta le perdite nel ferro Pf del trasformatore.
Normalmente la corrente a vuoto I0 e la potenza a vuoto P0 si esprimono in %:
Prova in cortocircuito del trasformatore #
La prova in cortocircuito prende il nome dal fatto che il secondario è collegato in cortocircuito. L’alimentazione è data da una tensione tale da ottenere le correnti nominali I1n e I2n. La tensione di alimentazione è molto inferiore a quella nominale e viene indicata come V1cc.
In questa prova si possono trascurare le perdite nel ferro Pf e quindi la potenza in cortocircuito Pcc rappresenta le perdite per effetto Joule Pj degli avvolgimenti:
da cui si ricava il fattore di potenza in cortocircuito cosφcc:
Con la prova in cortocircuito si possono ricavare anche i parametri delle rete equivalente ridotta al secondario Req” e Xeq”:
Normalmente la tensione di cortocircuito V1cc e la potenza di cortocircuito Pcc si esprimono in %: